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MANDA ME

 Lettera di fra Alessandro di Madonna Povertà, frate di Maria,
Servo generale della Famiglia Mariana “Le Cinque Pietre”

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Macanàim della Provvidenza,
23 settembre 2021
Festa di San Pio da Pietrelcina

Poi io udii la voce del Signore che diceva:
«Chi manderò e chi andrà per noi?».
E io risposi: «Eccomi, manda me!»
(Is 6,8)

Uno tsunami spirituale ci ha recentemente travolti: la proposta di apertura del terzo macanàim nella bellissima regione Calabria, terra di santi, storia e cultura. "Tsunami" perché è arrivata come proposta scioccante, inattesa, ma pur sempre spirituale, cioè un'azione dello Spirito e per questo abbiamo risposto con un sì mariano, cioè con fiducia e conservando tutto nel cuore.
Non ci siamo soffermati tanto a capire, abbiamo preferito fidarci e lasciarci condurre dalla voce di Dio che parla in molteplici modi.
Così fanno i piccoli e i poveri del Vangelo, così abbiamo voluto fare anche noi.

Approfitto di questi cambiamenti che interessano l'intera Famiglia delle cinque pietre per ricordare la nostra indole missionaria.
Noi frati e suore di Maria, al principio della sequela abbiamo lasciato i nostri paesi, le nostre case, le nostre amate famiglie, i nostri amici. Lo abbiamo fatto perché Gesù ci ha chiesto di seguirlo, di vivere come Lui e di evangelizzare insieme a Lui.
Lo abbiamo fatto e lo faremo ogni volta che egli ce lo chiederà. Siamo consacrati, siamo missionari e le nostre valigie sono sempre pronte, pronte ad essere riempite per un atto di Carità e di abbandono fiducioso alla volontà di Dio Padre.

Madre Teresa di Calcutta diceva: «La santità è accettare la volontà di Dio con un grande sorriso. Santità è lasciare che lui ci usi, ci adoperi, ci faccia a pezzi, ci svuoti completamente di noi stessi… È tutto qui».
In quanto persone creiamo amicizie profonde, e queste rendono le partenze più difficili e dolorose… è questo lasciarsi fare a pezzi dalla volontà di Dio di cui parlava madre Teresa!

Si fa ancora più chiara la voce di Gesù che un tempo ci disse: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16,24-25).

Per esperienza so che quando un frate o una suora di Maria deve trasferirsi in un altro macanàim, al dolore della gente si aggiunge la paura: la paura che quanto è stato costruito, col tempo verrà distrutto.
Certo non possiamo sapere cosa accadrà al macanàim della Provvidenza, in Vitorchiano, ma crediamo che quanto abbiamo vissuto in questi anni è stato un meraviglioso dono della Provvidenza e ciò che è stato costruito è opera più divina che umana.
Sia i consacrati che i fedeli laici non possono ignorare l’agire di Dio in ciò che di buono è stato fatto. Ha fatto tutto Lui e se in questa opera c’è qualcosa in cui non c’è stata la Sua approvazione, allora questa è la mia preghiera: “Signore distruggi ciò che non appartiene alla tua divina volontà”.

In questi ultimi anni noi consacrati abbiamo lavorato molto all’interno dei nostri macanàim per lavorare su uno stile comune che permetta a tutti di respirare il carisma della nostra Famiglia; abbiamo fatto dei bei passi in avanti e con la grazia di Dio ne faremo altri.

Siamo tutti strumenti nelle mani di Dio; gli strumenti sono diversi ma la mano che li utilizza è sempre quella di Dio ed è Lui che decide come e dove usarli.
Quattro di “questi strumenti” a fine mese verranno accolti dalla Chiesa di Crotone-Santa Severina, con la missione di vivere e far vivere in quella bellissima chiesa diocesana l’amore alle cinque pietre: Eucaristia, preghiera, digiuno, Confessione, Sacra Scrittura.

Ci è stata affidata la cura di un santuario che conserva la reliquia della santa spina di nostro Signore.
Come Famiglia Mariana Le Cinque Pietre siamo profondamente grati al Signore per questo grande dono e vogliamo rispondere a tanta generosità con l’impegno a vivere la Carità senza misura per la Chiesa universale.

«Se apparteniamo veramente a Dio
allora dobbiamo essere a sua disposizione e dobbiamo fidarci di lui.
Non dobbiamo preoccuparci mai del futuro.
Non c’è motivo perché: Dio è lì.
Dice sant’Agostino: “Come dubitare che Dio non ci darà il bene,
se ha accettato per noi di assumere il male?”.
Questo, e tutto ciò che sappiamo,
deve spingerci ad avere tanta fiducia
nella provvidenza di colui che veste i gigli del campo e si preoccupa dei passeri».
(Madre Teresa di Calcutta)

Vi benedico tutti
Uniti nel caritas sine modo
fra Alessandro di Madonna Povertà, frate di Maria, vostro servo