CHI SIAMO?
L’IDENTITÀ, IL CARISMA E LA MISSIONE DELLA FAMIGLIA MARIANA LE CINQUE PIETRE
Lettera di fra Alessandro di Madonna Povertà, frate di Maria,
Servo generale della Famiglia Mariana “Le Cinque Pietre”
Macanàim della Provvidenza, 17 settembre 2020
Impressione delle stimmate di San Francesco
«O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio.
Et dame fede dricta, speranza certa e carità perfecta,
senno e cognoscemento, Signore,
che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen».
(San Francesco d’Assisi, nostro santo protettore)
1. L’IDENTITÀ, IL CARISMA E LA MISSIONE DELLA FAMIGLIA MARIANA LE CINQUE PIETRE
Identità: Famiglia mariana
Carisma: Gesù che si cinge i fianchi per servire
Missione: vivere e far vivere l’amore alle cinque pietre
Ogni ordine, congregazione o istituto religioso ha un’identità, il suo modo di presentarsi. L’Ordine dei Frati Minori è una “Famiglia francescana”, l’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo è una “Famiglia carmelitana”, invece noi frati e suore di Maria siamo una “Famiglia mariana”; dunque il modo più corretto di definirci è “mariani”.
Nasciamo come esperienza religiosa, dall’inizio è stato forte il desiderio di consacrarci a Dio tramite i tre voti di povertà, castità e obbedienza. Tuttavia lo stile nascente, il modo di vivere la preghiera e la celebrazione eucaristica ha subito attirato tante persone. Abbiamo allora capito che il Signore ci aveva pensati non come comunità religiosa, ma come Famiglia che inglobava anche un “movimento di laici”. In effetti a noi primi è sempre venuto naturale fare la maggior parte delle nostre preghiere in chiesa per dare la possibilità alle persone di partecipare. E successivamente è nato il desiderio di vivere con loro momenti di grande spiritualità e comunione. Hanno avuto così inizio le Tende del convegno (ritiri annuali della Famiglia) e i giorni di convivenza all’interno dei nostri macanàim.
«Quando qualcuno ci chiederà chi siamo risponderemo che siamo Frati e Suore di Maria. Siamo Mariani perché chiamati e formati alla scuola di Maria. Custodiamo anche la claustralità dei carmelitani per meditare e conoscere la Parola di Dio e la letizia e la semplicità dei francescani per annunciare il vangelo ai poveri che incontriamo sul nostro cammino. Anche per questo indossiamo il saio francescano e lo scapolare carmelitano» (Caritas sine modo, 6).
La nostra Regola di vita dal numero 2 al 6 descrive il nostro essere «Famiglia» e di questi solo il numero 6 è specifico per noi frati e suore di Maria. Potrebbe sembrare riduttivo e invece è essenziale, perché per definire l’essenza di una persona bastano poche parole.
Noi frati e suore di Maria siamo dei «contemplativi con il grembiule», preghiamo ed evangelizziamo, adoriamo e serviamo, accogliamo e formiamo. Tutto qui.
Ma in questa lettera, per quanto riguarda l’identità, carisma e missione non voglio focalizzare l’attenzione sui consacrati, bensì sui laici della Famiglia, mostrando che anche essi possiedono il carisma e sono chiamati a portare avanti la medesima missione.
2. OPERATORI DI SHALOM
a) Identità
Per descrivere gli operatori di shalom parto dalla formula che essi hanno letto il giorno in cui per la prima volta si sono assunti gli impegni:
Io… umile servo/a di Maria, entro a far parte della Famiglia mariana Le Cinque Pietre per dare il mio contributo di salvezza delle anime ed essere così luce del mondo e sale della terra nella mia famiglia, nella mia parrocchia, tra la mia gente.
Voglio essere quella pietra che, scolpita dalla mano di Maria, Madre dei poveri, verrà utilizzata da Dio per la costruzione di un edificio santo.
Farò dell’Eucaristia, della Bibbia, della Preghiera, della Confessione e del Digiuno, il cuore del mio vivere.
Mi impegno di amare senza misura Gesù, Maria e il mio movimento.
Già la formula dice l’identità dell’operatore: un umile servo che illumina il mondo e dà sapore alla terra. L’operatore è una pietra scolpita dalla Madre dei poveri, per occupare uno spazio nella Chiesa. Gli operatori di shalom, in quanto membri della Famiglia portano anch’essi avanti la missione di vivere e far vivere l’amore alle cinque pietre, in famiglia, in parrocchia, tra la gente.
La formula termina con l’impegno: «amare senza misura Gesù, Maria e il movimento».
È ciò che particolarmente li contraddistingue dalle pietre vive: l’impegno alla carità, che ha la forza del voto. Ad esempio, se pur nel mondo laicale ci sono alcuni che osservano la povertà, la castità, l’obbedienza, non è paragonabile alla scelta di giovani che si legano a Dio mediante i tre voti. La forma può anche essere la stessa, varia però la generosità del dono; i voti permettono di darsi a Dio con generosità e interamente. Ecco che l’operatore di shalom si lega a Gesù, a Maria e alla Famiglia delle Cinque Pietre, per mezzo della carità senza misura. Il “voto” della carità si esprime nell’adorare, ascoltare e obbedire Gesù, rinchiuso nel tabernacolo del Cuore immacolato di Maria.
Il segno distintivo degli operatori è il crocifisso delle cinque pietre che portano sempre al collo, come ricordo vivente dell’amore senza misura di Gesù, in aggiunta alla corona mariana già ricevuta con la consacrazione a Maria[1].
b) Carisma
Il carisma della Famiglia è uguale per tutti, ovviamente cambia il modo di viverlo a seconda dello stato di vita.
Cerchiamo di capire come gli operatori di shalom possono conformarsi a Gesù servo.
Si parte sempre da Gesù e da “Gesù servo”.
«I poveri», ci ha detto Gesù, «li avrete sempre con voi» (Mc 14,7). I poveri sono in mezzo a noi e dobbiamo servirli.
C’è un servizio comune per tutti i membri della Famiglia e servizi che si diversificano in base ai talenti, alle necessità, all’età e alla disponibilità del tempo.
Il servizio comune è l’accoglienza. Chiunque raggiunge il macanàim deve sentirsi accolto; o si tratti di una persona che viene per la prima volta, o saltuariamente o frequentemente, si deve sentire a casa. Per far sentire “accolto” qualcuno, gli si deve andare incontro, con il sorriso e con affabilità. E come ho già scritto, questo non è il servizio esclusivo dei consacrati ma di tutti i membri della Famiglia, anche di quelli dal carattere introverso.
Per conoscere invece gli altri servizi da adempiere, occorre mettersi in ginocchio insieme al proprio padre spirituale e aspettare che Gesù parli.
I consacrati della Famiglia operano negli ospedali, nelle carceri, nelle mense caritas, nelle parrocchie… anche gli operatori potrebbero sentirsi coinvolti in una di queste opere d’amore.
c) Missione
Per quanto concerne il vivere le cinque pietre, gli operatori hanno il loro stile:
1. amore all’Eucaristia. Vivere la celebrazione eucaristica giornaliera (per quanto è possibile), vissuta con gioia indicibile e prolungarne il ringraziamento con l’adorazione eucaristica;
2. amore e fedeltà al santo rosario. Agli operatori è stato affidato il compito di pregare un rosario con cinque specifiche intenzioni;
3. amore al digiuno. Ad eccezione dei motivi di salute o altri impedimenti di vario genere, gli operatori digiunano il mercoledì e il venerdì;
4. amore alla Bibbia. Lettura e meditazione della Parola del giorno;
5. amore alla Confessione. La confessione mensile ben fatta.
Far vivere le cinque pietre. Ancor più dei frati e suore di Maria, gli operatori di shalom sono chiamati a testimoniare nel quotidiano e a diffondere il Regno di Dio nel proprio tessuto sociale, con le cinque pietre che loro stessi hanno ricevuto.
1. amore all’Eucaristia. Invitare nuove persone ad adorazioni e celebrazioni eucaristiche animate dai frati e suore di Maria, oppure, lì dove non siamo presenti, a celebrazioni ben animate. Gli operatori che non hanno in diocesi la presenza dei consacrati della Famiglia, possono promuovere l’adorazione nella propria parrocchia;
2. amore alla preghiera. La gente è disabituata a pregare oppure prega male. Gli operatori possono insegnare a pregare bene e soprattutto a pregare con il cuore, chiarendo che se pur amiamo molto la preghiera del rosario e la preghiera mariana continua («Maria ti amo, portami Gesù»), la preghiera preferita da Gesù è quella spontanea che nasce da un cuore innamorato;
3. amore al digiuno. Non si consegna questa pietra dicendo che si digiuna due volte alla settimana, ma spiegando le ragioni del digiuno e condividendo i frutti che i digiuni hanno portato nella nostra vita, così da suscitare in loro il desiderio;
4. amore alla Bibbia. Si può iniziare col regalare un messalino con i piccoli commenti sulla Parola del giorno, e successivamente una Bibbia da tenere in famiglia;
5. amore alla Confessione. Spiegare come la confessione aiuti a stare meglio, dopo essersi liberati del peso dei propri sbagli. A chi mostra una certa ostilità o difficoltà, si può raccomandare almeno una benedizione.
3. PIETRE VIVE
Come ho già scritto negli Orientamenti «Diamoci degli obiettivi», è impossibile conoscere il numero delle pietre vive, «perché frequentarci e vivere il carisma della Famiglia non comporta un tesseramento o un particolare rito che ne dichiara l’appartenenza»[2].
Definire la loro identità, carisma e missione è altrettanto difficile.
Possiamo per ora dire che chiunque ama Gesù, la Chiesa (e Maria come icona della Chiesa), la Famiglia Mariana Le Cinque Pietre, è una pietra viva. Il noto trifoglio delle cinque pietre come metodo per riconoscere una pietra viva.
In questi anni girando i macanàim dei laici per i “ritiri shalom” o altri incontri di preghiera, ho verificato una difficoltà oggettiva: alcuni per motivi di anzianità o altro, pur desiderandolo, non partecipavano.
I nostri macanàim sono attualmente formati da laici provenienti da diverse zone pastorali della propria diocesi o di quelle limitrofe e questo non garantisce una certa assiduità agli incontri.
Vorrei allora fare una proposta ad experimentum: formare dei piccoli focolai nel proprio paese o nella propria parrocchia.
L’operatore di shalom o la pietra viva disponibile, può proporre al proprio parroco di formare un piccolo gruppo di preghiera delle cinque pietre. Deve essere però chiara l’identità e lo stile del gruppo di preghiera. In mancanza di questo, si può pensare di farlo nella propria abitazione; è questa un’esperienza già portata avanti con successo da altri gruppi di preghiera.
I diversi gruppi di preghiera che nasceranno potranno poi ritrovarsi insieme per vivere qualche momento di comunione.
4. SPIRITUALITÀ CARMELITANA E FRANCESCANA NELLA FAMIGLIA MARIANA LE CINQUE PIETRE
«I frati e le suore di Maria camminano su due gambe: la tradizione carmelitana e francescana.
Per una nuova forma di vita consacrata è fondamentale appoggiarsi su delle tradizioni spirituali già approvate dalla Chiesa, per poter camminare nella piena conformazione a Cristo.
Le due spiritualità ci permettono di mantenerci in equilibrio tra contemplazione e apostolato»[3].
Per diversi anni abbiamo provato la difficoltà a spiegarci e a spiegare il nostro sentirci francescani e carmelitani pur avendo una nostra regola.
La gente ci chiedeva: “Siete francescani?”, oppure “siete carmelitani?”; all’una e all’altra domanda rispondevamo affermativamente, e questo creava confusione sia a noi che a loro. Ciononostante ci sentivamo davvero francescani e carmelitani.
Non capivamo, ma nella preghiera continua cercavamo di comprendere i molteplici doni che lo Spirito Santo aveva fatto alla nostra Famiglia.
Il nostro carisma è così complesso, o meglio, il Padre è stato così generoso con noi, che ci sono voluti molti anni per arrivare a scrivere definizioni chiare e sintetiche sul chi siamo.
Abbiamo ormai acquisito una maggiore chiarezza sull’identità della nostra Famiglia e siamo in grado di esprimerlo con il nostro specifico linguaggio.
Per una nuova forma di vita consacrata è importante inserirsi in una tradizione spirituale che è riuscita a passare il vaglio della Chiesa e ad esistere nel tempo nonostante i cambiamenti culturali, ambientali, i momenti cupi ecclesiali e sociali.
Come Famiglia riusciamo a rimanere in equilibrio e a camminare nell’adempimento del volere del Padre, con le «due gambe» delle spiritualità francescana e carmelitana.
Abbiamo assorbito le due spiritualità grazie ai santi protettori che la Divina Provvidenza ci ha affidati.
Dalla spiritualità francescana abbiamo ereditato la predicazione e la vita semplice e spontanea,[4] la follia e la gioia di frate Francesco che ha dato alla Chiesa tantissimi nuovi innamorati di Gesù; lo sguardo contemplativo che egli riusciva ad avere mentre evangelizzava.
L’azione orante di madre Chiara sui frati partiti in missione[5].
Ci sentiamo francescani perché abbiamo compreso che per esserlo basta vivere il Vangelo, che per frate Francesco era l’unica regola di vita, abbracciare e sposare Madonna povertà, la penitenza e avere il cuore libero.
Dalla spiritualità carmelitana abbiamo ereditato la «vita ritirata, nascosta, intima con l’Amato»[6]. Leggere gli scritti della nostra santa protettrice Teresa e riflettere sul suo modo di vivere la consacrazione religiosa, ha fatto crescere in noi la consapevolezza di essere stati chiamati a diventare dei grandi contemplativi, degli appassionati della vita consacrata. Non basta definirsi “contemplativi”, occorre raggiungere una spiritualità alta; non basta essere considerati “consacrati” dal Diritto canonico, è fondamentale vivere con passione la propria consacrazione.
In quanto contemplativi, secondo la linea carmelitana, noi frati e suore di Maria ci sentiamo associati ai già noti “fiori del Carmelo” (i carmelitani).
Siamo grati di crescere sul Carmelo, sapendo che Maria si prende cura di ogni fiore che cresce sotto la sua vista.
Appena possibile incontrerò il priore generale dell’Ordine Carmelitano per presentarci e avere un tipo di “riconoscimento” come Famiglia religiosa che vive la dimensiona contemplativa dei carmelitani.
Successivamente incontrerò anche il ministro generale dell’Ordine Francescano per avere il riconoscimento come Famiglia religiosa che vive alcuni aspetti della tradizione francescana.
Siamo chiamati a raggiungere il massimo della contemplazione nell’instancabile evangelizzazione[7], per questo ci aiutino le due grandi spiritualità.
«O Madre dolcissima Maria,
ci hai chiamati per vivere la Famiglia,
in comunione, amando le Cinque pietre,
lottando per diffondere il Regno di Dio facendoci Amore senza misura».
(Padre Giovanni dell’Immacolata)
Vi benedico tutti
Uniti nel caritas sine modo
fra Alessandro di Madonna Povertà, frate di Maria, vostro servo
[1] La dicitura corretta è “Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria”.
[2] Alessandro di Madonna Povertà, Diamoci degli obiettivi, in “Lettere di un servo”, opuscolo ad uso interno FMCP, Macanàim della Provvidenza, 11 agosto 2020, 6
[3] FMCP, Atti ufficiali della Famiglia Mariana “Le Cinque Pietre” 2019-2020, opuscolo ad uso interno, 19.
[4] Cf. FMCP, Trattato sulla Povertà, a cura di fra A. di Madonna Povertà, opuscolo ad uso interno, 36.
[5] Cf. Ibid., 27.
[6] Ibid., 36.
[7] Cf. Ibid., 27.