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L'amore a Gesù in santa Chiara

“Innamoriamoci di Gesù vivo nell’Eucarestia”. Questa bellissima esortazione si trova nella Regola dei frati e delle suore di Maria. Non a caso, tra i nostri santi protettori, è proprio Santa Chiara a custodire la pietra dell’Eucarestia. In lei infatti troviamo un esempio meraviglioso di innamorata di Gesù alla follia.

Tutto ciò che Chiara fa, tutto ciò che è, ha il suo significato in Gesù. È per seguire Cristo che sceglie di vivere la perfezione del Vangelo sull’esempio di Francesco. Meditando la Parola rimane ammirata della povertà di Gesù nella nascita, nella vita e nella morte, è quindi per conformarsi a Lui che abbraccia la povertà. Chiara ha Gesù come unica ricchezza: «Nulla volle avere se non Cristo Signore» (Vita, 13: 3184) e lotta fino alla fine per tenere stretto questo privilegio.

I suoi scritti sono impregnati di passione per il Suo Sposo e numerose sono le testimonianze che descrivono i suoi slanci d’amore. Ha sempre sulle labbra il nome di Gesù e «sembra che abbia sempre tra le braccia il suo Gesù, i cui piedi inondare di lacrime, su cui imprimere baci» (Vita 19:3197).

La sua forza, il suo nutrimento, il segreto di quella vita luminosa è l’Eucarestia.
«Chiara viveva di quel Pane, che pure, secondo l'uso del tempo, poteva ricevere solo sette volte l'anno. (…) L’intera vita di Chiara era una eucaristia, perché ella elevava dalla sua clausura un continuo “ringraziamento” a Dio con la preghiera, la lode, la supplica, l’intercessione, il pianto, l’offerta e il sacrificio. Tutto era da lei accolto ed offerto al Padre in unione col “grazie” infinito del Figlio unigenito, bambino, crocifisso, risorto, vivo alla destra del Padre». (San Giovanni Paolo II, Lettera alle claustrali clarisse, 11 agosto 1993).

Secondo le testimonianze delle sorelle che vivevano con lei, Chiara «riceveva con grande devozione e tremore il Santo Sacramento del Corpo di nostro Signore Gesù Cristo, tanto che quando essa lo pigliava, tutta tremava» (Processo II,11:2954).

Nei momenti di pericolo per il monastero e per la città di Assisi, Chiara prega davanti all’Eucarestia. È famoso l’episodio della marcia dei Saraceni, in cui seppur ammalata, si fa portare da due sorelle alla porta del refettorio, dove si prostra davanti al Santissimo Sacramento, Arma sublime che causa la fuga dei Saraceni.

Anche noi delle Cinque Pietre sappiamo che l’Eucarestia è un’arma potente, che mette in fuga anche i “Saraceni” di oggi. È per questo motivo che riteniamo riuscita una missione quando si è vissuta bene la Santa Messa, perché lì è Dio che si dona.

Chiara, l’innamorata dell’Eucarestia, estende il suo amore a tutto ciò che gliela ricorda. Essa desidera che la Celebrazione Eucaristica sia sempre decorosa. Per questo, sorretta al telaio con sostegni a causa della grave malattia, fila molti corporali destinati alle chiese povere.

Ogni Eucarestia è una festa, è Gesù che si dona come Sposo, è il massimo vertice del nostro sposalizio. Per questo anche noi ci teniamo molto che ogni santa Messa sia curata, è importante la cura della liturgia e del canto ed «essa va vissuta con devozione, profondo raccoglimento e in un clima di gioia» (Caritas sine modo, Regola di vita dei frati e suore di Maria, n.32). Tutto il pomeriggio è per noi in preparazione a questo incontro: è il centro della giornata a cui convoglia la preghiera e la meditazione.

Chiediamo per intercessione di Santa Chiara che la nostra vita possa essere un’Eucarestia: un’offerta gioiosa, un banchetto preparato a festa per il Signore.