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APPROFONDIMENTO DEL NOSTRO CARISMA

I frati e le suore di Maria, uomini e donne di profonda adorazione

Papa Francesco, parlando a cinquemila giovani cuori di consacrati ha proposto l’adorazione silenziosa come antidoto al narcisismo in quanto “svuota da sé stessi”. Ha chiesto loro:

«“Noi adoriamo il Signore? Tu, religioso, religiosa, hai la capacità di adorare il Signore?”. L’invito è quindi ad essere “donne e uomini di adorazione”, perché solo così è possibile stabilire un solido e diretto rapporto con Dio e, anche, “imparare a raccontare la propria vita” davanti a Lui».

Noi frati e suore di Maria adoriamo Gesù, ci viene concesso di farlo tutti i giorni, ma è doveroso interrogarsi sulla qualità della nostra adorazione. C’è Gesù in quella mezz’ora di silenzio? Ci è nata la “gelosia” di quel tempo che ci permette di entrare in intimità con Gesù?

Quando adoriamo dobbiamo fare molta attenzione ai rumori, esterni e interni, avere il controllo del corpo e del pensiero. Al contrario del corpo che possiamo tener fermo, i pensieri non si possono fermare, bisognerà allora vigilare che essi non ci portino fuori da Gesù.

Attenzione a differenziare la distrazione dalla riflessione o dal ragionamento. Il significato etimologico di distrarre è separazione, allontanamento, potremmo allora concludere che la distrazione è tutto ciò che ci separa da Gesù, che ci allontana dalla comunione con Lui, di conseguenza vanno “setacciati” quei pensieri che non hanno niente a che fare con Dio e il suo Regno.

Il Papa suggerisce di raccontare a Gesù la propria vita. Il silenzio adorante permette di ascoltare e interpretare il volere del Padre su ciascun figlio.

È nel silenzio che Gesù parla e Gesù ha da raccontare molte cose; parla di sé, del Padre, dello Spirito Santo, della Madre, parla del prossimo, ci parla di noi.

«Dopo l’adorazione, c’è la festa. Un istinto naturale, perché “quando ricordi le meraviglie che il Signore ha fatto nella tua vita, ti viene di fare festa, ti viene quel sorriso da orecchio a orecchio, ed è bello, perché il Signore è fedele».

immaginiperiodico20190115iInfatti dopo l’adorazione noi celebriamo “la preghiera comunitaria”, poi ancora l’Eucaristia. Noi diciamo che la celebrazione eucaristica è la festa, quella di Gesù. Il Papa dà la motivazione: ricordando, riportando alla mente e al cuore tutti i momenti intimi con Gesù (gesti, parole, promesse), ci viene di far festa, ci viene di esultare, di sorridere.

C’è ancora da dire che nell’adorazione non solo diventiamo intimi a Gesù, ma diventiamo anche intimi a noi stessi. Il silenzio adorante ci permette di ascoltarci, di ascoltare i desideri che lo Spirito ha suscitato. Il silenzio ci permette di vedere la crescita che c'è stata e ci mostra lì dove dobbiamo ancora lavorare; ci offre i mezzi per crescere, per migliorare, per diventare più virtuosi. Il silenzio orante ci aiuta a “ricordare” le frasi del Vangelo, le promesse di un tempo, le offerte che abbiamo fatto a Gesù per amore del prossimo.

Il silenzio ci aiuta a ricordare le parole della nostra fondatrice: la Madre dei poveri; ci aiuta a ricordare la regola di vita dei frati e delle suore di Maria e tutte le indicazioni del nostro padre fondatore.

Il silenzio ci rende sensibili al prossimo, appassionati dei fratelli e sorelle del macanàim, rispettosi delle diversità, delle povertà proprie e degli altri.

Non è utopia, è pura realtà, il campo di prova è la vita dei santi che ci hanno preceduti e degli autentici cristiani e consacrati ancora pellegrini su questa terra.

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