LA LETTERA DEL NOSTRO FONDATORE
È Natale: di cosa avere paura?
C’erano in quella regione alcuni pastori [...].Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Luca 2,1.10-14).
“Non temete” è l’invito che Dio ci rivolge attraverso il suo angelo manifestando l’evento più grande della storia: la venuta di Dio in mezzo a noi. Una presenza mai così forte in tutta la storia dell’umanità, la sua Incarnazione: Dio si fa Bambino.
Nella Sacra Scrittura l’invito a non temere ritorna 365 volte. Sorpresi? 365 sono i giorni dell’anno. Dio ogni giorno ci rivolge questo invito: ‘non temere’, non aver paura. Abbiamo sempre qualcosa o qualcuno che ci mette paura: un evento inaspettato, un dolore, una malattia, un esame, una persona (del padre o della madre, di un insegnante o collega di lavoro). Alcuni hanno paura anche di Dio tanto da rinnegarlo e professarsi atei o agnostici e anche chi dice di conoscerlo lo relega in un piccolo cantuccio della propria vita che non disturbi.
In questo Natale incantiamoci davanti al Presepe, fissiamo quella mangiatoia dove è deposto il Bambino Gesù, sentiamo i suoi vagiti, osserviamo il suo volto sereno e sorridente: di che temere? Di che avere paura se Egli è con noi? Nemmeno della morte visto che Lui ha condiviso pure questa nostra condizione di creature. Siamo “uomini che egli ama” conclude l’inno cantato dagli angeli.
Abbracciamo perciò ogni sorella e fratello, diciamo l’amore che Dio ha per ognuno, non lasciamo che la paura freni il nostro cuore e irrigidisca le nostre mani. Impariamo oggi ad amare come siamo amati da Dio. Il Natale, la nascita di Gesù, sia l’evento che dà forma e concretezza alla nostra fede.
Forse oggi la crisi di fede così diffusa è proprio perché non acquista concretezza, è una fede che si mostra poco, tutta interiore. Ma questo è la tomba della fede!
Natale non siano le luminarie che addobbano le nostre città, ma sia la Luce che brilla dal cuore e dagli occhi di ogni credente in Gesù, una luce che permea ogni nostro piccolo gesto.
Buon Natale a tutti voi!
p. Giovanni dell’Immacolata